Com’è noto dalla fine della guerra non scaturì mai un accordo di pace ma portò alla creazione di una manciata di chilometri di terra demilitarizzata dal quale gli eserciti dei due Paesi si sono ritirati
di Mario Tosetti
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato la Joint Security Area, a Panmunjom, zona cuscinetto lunga 248 chilometri e larga quattro lungo il 38esimo parallelo. Il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Una riflessione è d’obbligo: “qui si comprende come una guerra che non si è mai conclusa con il conseguimento della pace, comporta il rischio costante di nuove violenze. Quanto qui viene fatto ha il respiro della storia, è particolarmente importante per evitare esplosioni di violenza ulteriori”, ha detto Mattarella.
Il Capo dello Stato, accompagnato dalla figlia Laura e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, sta svolgendo una visita in Corea del Sud e, trovandosi nel 38esimo parallelo non ha potuto fare a meno di sottolineare che “qui si è svolta una pagina cruciale della storia”. E’ proprio qui, infatti, che nel 1953 si sono svolte le trattative per la fine della guerra in Corea. Da quel momento la Joint Security area è divenuta il luogo dove a pochi chilometri di distanza ancora oggi gli eserciti dell’una e dell’altra parte sorvegliano i confini.
Com’è noto dalla fine della guerra non scaturì mai un accordo di pace ma portò alla creazione di questo spazio, questa striscia di terra demilitarizzata, dal quale gli eserciti dei due Paesi si sono ritirati. E’ chiaro che il luogo si carica di ulteriori significati militari e politici. Il tenente generale Andrew Harrison, vice comandante della base Onu del JSA, ha accompagnato il capo dello Stato nel corso della visita e ha sottolineato come “questo sia un luogo surreale perché dietro la apparente tranquillità e pace si nasconde un effettivo rischio di guerra. La storia ci dà avvertimenti minacciosi”, ha aggiunto ricordando poi “il forte senso di gratitudine per il contributo dato dall’Italia con un ospedale da campo” durante la guerra di Corea, “qualcosa che i coreani non dimenticano, ripropongono continuamente”. L’Italia allora, nel 1953, non era ancora membro delle delle Nazioni Unite ma volle comunque dare un contributo.
Al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk-yeol Mattarella ha affermato che “l’Italia condivide l’esigenza di pace e sicurezza nella penisola coreana e che vengano rispettate e non violate le indicazioni delle Nazioni Unite. Corea e Italia hanno una quantità di legami positivi che li legano e hanno tante affinità: la democrazia, la pace, la libertà di mercati liberi e aperti, il rispetto delle regole della comunità internazionale, lo stato di diritto, il multilateralismo realmente inclusivo”.
La visita in Corea del Sud del Presidente della Repubblica vuole riaffermare la collaborazione e l’amicizia tra i due Paesi fondata su “valori comuni che rendono più facile la nostra collaborazione in abito economico, tecnico e scientifico ed è anche per questo che nel 2018 si è definito un rapporto di strategico partenariato”. Mattarella poi ha invitato il leader sudcoreano a Roma.
“Il rapporto di amicizia e di stretta collaborazione non riguarda solo l’economia, ma anche i fori internazionali. In più l’Italia ha sempre sostenuto il governo sulla questione Nordcoreana. Auspico che potremo mantenere e continuare il rapporto di collaborazione in base ai valori comuni, libertà, diritti umani e stato di diritto”, ha commentato Yoon Suk-yeol.
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