Al via la Conferenza Onu sull’acqua. I dati del rapporto Onu sono agghiaccianti: 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua e 3 miliardi e mezzo non hanno mai utilizzato servizi sanitari igenici. Guterres: “Dobbiamo garantire accesso equo a tutti”

di Emilia Morelli

“Quasi 2 miliardi di persone non ha accesso all’acqua pulita. Dobbiamo conservare questa preziosa risorsa per garantire un accesso equo a tutte le persone del mondo”, così si è espresso il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aprendo la Conferenza Onu sull’acqua .

L’umanità ha “spezzato il ciclo dell’acqua, distrutto gli ecosistemi e contaminato le falde acquifere. Stiamo prosciugando la linfa vitale dell’umanità attraverso il consumo eccessivo e l’uso insostenibile, e la stiamo facendo evaporare attraverso il riscaldamento globale”, ha sottolineato il segretario generale Onu.

Il rapporto sulle risorse idriche realizzato dall’Onu mostra una situazione a dir poco agghiacciante. Non solo due miliardi di persone non hanno accesso all’acqua ma sono tre miliardi e mezzo le persone che non possono usufruire di servizi igenici e sanitari affidabili.  “La scarsità di acqua sta diventando endemica”, si legge nel rapporto, secondo cui l’uso di acqua è aumentato a livello globale di circa l’1% ogni anno negli ultimi 40 anni e dovrebbe mantenere tassi di crescita simili fino al 2050.

Co-ospitata dai governi del Tagikistan e dei Paesi Bassi, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua riunisce circa 6.500 partecipanti, tra cui un centinaio di ministri e una dozzina di capi di stato e di governo per una tre giorni a New York.  Richard Connor, autore principale del rapporto, ha dichiarato che l’impatto della “crisi idrica mondiale” sarà una “questione di scenari”. Alla conferenza delle Nazioni Unite, i governi e gli attori del settore pubblico e privato sono invitati a presentare proposte per un cosiddetto programma d’azione per l’acqua per invertire la tendenza e contribuire a raggiungere l’obiettivo di sviluppo, fissato nel 2015, di garantire “l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030”.

L’intervento del ministro Pichetto Fratin

“Di fronte a questa sfida alla sopravvivenza del pianeta, abbiamo la responsabilità di adottare politiche ambiziose e interventi tempestivi. E dobbiamo cominciare da casa nostra. L’Italia è determinata nella risposta alla crisi idrica nel nostro Paese”, ha affermato il ministro all’ambiente e alla lo ha alla sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso della seduta plenaria della Conferenza Onu sull’acqua.

Il ministro ha evidenziato che l’emergenza idrica è una delle più gravi emergenze planetarie. “Nessuno può sentirsi estraneo a questa tragedia, non solo per solidarietà verso altri popoli, ma anche per gli effetti diretti che i nostri Paesi subiscono”, ha affermato Pichetto Fratin che ha poi citato Nelson Mandela: “Senza acqua non c’è futuro”.

Pertanto “l’Italia sostiene con forza l’Agenda di Azione sull’Acqua, per porre l’acqua al centro delle strategie di lotta ai cambiamenti climatici, secondo l’approccio del nesso Acqua-Energia-Cibo-Ecosistemi e i principi dell’Agenda 2030”, ha aggiunto il ministro che ha poi ricordato gli interventi posti in essere dall’Italia.

Ad esempio “nel Piano di Ripresa e Resilienza abbiamo mobilitato fondi per le risorse idriche pari a 4,38 miliardi di euro in 5 anni. Recentemente è stato costituito un tavolo di coordinamento per rispondere alla crisi, anche con nuovi strumenti di legge e operativi”. A tal proposito l’Italia ha investito 600 milioni di euro fino al 2026 per il monitoraggio delle acque e la prevenzione dei rischi. “Sulla Gestione Integrata delle Risorse Idriche e le Soluzioni Basate sulla Natura, stiamo conducendo un intervento sul più grande fiume d’Italia mentre con il progetto Rinaturazione del Fiume Po abbiamo investito 357 milioni di euro, con un focus su qualità delle acque e biodiversità”, ha continuato Pichetto Fratin.

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