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di Guido Talarico

Il mercato ha deciso: l’amministratore delegato di Leonardo spa, Alessandro Profumo, deve dimettersi. A questo punto il futuro dell’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena è nelle mani del Mef e di Mario Draghi che dovranno decidere se andare contro i grandi investitori internazionali, e quindi contro il mercato, oppure chiederne le dimissioni. Per il Governo italiano il problema in realtà è duplice: se, come sembra logico ed ineluttabile, Profumo a questo punto sarà costretto alle dimissioni al Mef non resteranno che un paio di giorni per individuare il successore dell’Ad uscente. Insomma, un problema nel problema.

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di ricostruire brevemente come si sia arrivati a questo punto di non ritorno. La “bomba” è arrivata nel cuore della notte dagli Stati Uniti da dove si è appreso che il proxy adviser Glass Lewis ha raccomandato venerdì agli azionisti di Leonardo di votare per un’azione di responsabilità promossa già da settimane dall’investitore Bluebell Partners contro l’amministratore delegato del gruppo.

Una scelta clamorosa, pare già maturata da tempo, ma comunicata per questioni procedurali soltanto all’ultimo e filtrata nelle ultime ore, che, accodandosi all’azione di responsabilità promossa dal fondo Bluebell, sposta di fatto in maniera decisiva l’orientamento di larghissima parte del flottante di Leonardo sul futuro del Ceo.

A questo punto si è arrivati dopo che l’anno scorso Profumo era stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione per falso in bilancio nel suo precedente ruolo di presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena. Bluebell, un fondo “militante” che segue da tempo le vicende di Leonardo,  ha proposto formalmente l’azione di responsabilità, con correlata richiesta dei danni derivanti dalla condanna, in una lettera al presidente di Leonardo datata 28 aprile. E a questo iniziativa ora si sono accodati gli altri fondi a cominciare da Glass Lewis.

“La condanna in primo grado contro Alessandro Profumo è indicativa di ragionevoli motivi per un’azione di responsabilità”, ha detto Glass Lewis nella sua raccomandazione, riportata da Reuters, prima dell’assemblea degli azionisti di Leonardo il 19 maggio. A questo punto, come dicevamo, è evidente che per la politica diventa difficile sostenere un amministratore che si trova contro i potentissimi fondi americani. Sarebbe un segnale di debolezza che renderebbe più fragile e meno attraente il mercato italiano agli occhi dei grandi investitori internazionali. Vedremo, forse già da lunedì, come finirà questo storia il cui esito a noi appariva scritto già da mesi.

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