“Il 20% delle offerte per le famiglie ha un prezzo inferiore a quello della tutela”, mentre per le Pmi “la percentuale scende al 7%”. E se l’offerta Placet “è uno strumento vantaggioso sul fronte condizioni contrattuali non è detto che lo sia sul prezzo: solo nell’8% dei casi è inferiore al tutelato per le famiglie e solo nel 2% dei casi per le Pmi”.
Centrandola sui dati, il Presidente ed Amministratore delegato di Acquirente Unico Péruzy ha potuto cogliere l’occasione dell’audizione sul Pniec, il Piano Nazionale Integrato sull’Energia e il Clima, dinnanzi alla Decima Commissione della Camera per fare il punto su alcuni temi chiave del settore e tracciare le linee per il futuro e della propria azienda.
Dall’audizione è emerso il percorso di crescita compiuto da AU negli ultimi anni, che ha consolidato il ruolo di un’azienda pubblica in crescita e che, tra l’altro, riveste un ruolo delicato tra gli strumenti a difesa degli interessi dei consumatori di energia.
Peruzy, ha portato l’attenzione, tra l’altro, sulla leva del prezzo, che per i consumatori è ancora fondamentale, mentre i servizi aggiuntivi non riescono a sfondare, visto che le offerte sul mercato risultano prima di tutto economicamente meno interessanti del prezzo di tutela. “Pur essendo liberi di scegliere un fornitore sul mercato dal 2007 – ha ricordato Peruzy – la maggior parte dei consumatori italiani, oltre il 50%, continua a preferire la maggior tutela”.
Sull’importanza del Servizio di Maggior Tutela, affidato per l’appunto ad Acquirente Unico, che si sono per altro già pronunciati tanto il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che il capogruppo dei Cinque Stelle alla Camera e membro della Decima Commissione Davide Crippa. Entrambi hanno detto a chiare lettere che “il mercato non è pronto ad uscire dalla tutela da luglio del 2020”. La Commissione Bilancio del Senato proprio in questi giorni ha approvato uno slittamento addirittura al 2022.
Proprio su questo punto, Péruzy aveva ipotizzato un percorso graduale: “Stiamo parlando di 16,5 milioni di clienti domestici e 3 milioni di PMI, cioè maggioranza delle famiglie italiane e delle piccole attività economiche, sulle quali non è pensabile l’applicazione di un principio DI “selezione naturale” che consente solo ai più forti di sopravvivere. Dovrebbe piuttosto essere individuato un percorso graduale e ragionato, che tenga conto delle specificità di ciascun segmento della domanda.” L’uscita dalla tutela – ha affermato – può avviarsi prima per le Pmi di maggiori dimensioni, mentre le famiglie e le micro-imprese rimangono in maggior tutela fino alla valutazione dei risultati. Il tempo viene impiegato per fare l’Albo venditori, allestire una campagna di comunicazione e per definire il perimetro dei clienti vulnerabili, dei quali comunque lo Stato ha l’obbligo di occuparsi”
Péruzy ha infatti posto il problema di “una disparità informativa tra venditori e consumatori ancora alta”, mentre “i sempre più numerosi casi di pratiche commerciali scorrette dimostrano che gli strumenti di autotutela non sono sufficienti”. C’è poi la questione dei prezzi che per i consumatori è fondamentale. Il presidente di AU, ha detto non è così scontato che “la spinta concorrenziale porti ad abbassare i prezzi”. E’ necessario potenziare strumenti come il Portale Offerte che ha dato un significativo contributo in termini di trasparenza, completezza dell’informazione e imparzialità nel confronto, ma che è conosciuto da “una percentuale minima di consumatori, peraltro evoluti”. A tal fine, AU sta lavorando con ARERA, per rendere il Portale Offerte più fruibile e per integrarlo con il Portale Consumi, permettendo così ai consumatori di scegliere l’offerta commerciale più adatta al proprio profilo effettivo.”
Il Presidente di AU ha quindi posto il tema della ridondanza dei fornitori. “Presupposto imprescindibile e non più rimandabile per il superamento della tutela – ha sottolineato Peruzy – è l’Albo venditori, garanzia per gli stessi venditori ma anche per i consumatori. Perché più di 600 imprese di vendita che operano nel mercato libero appare un numero che denota disfunzionalità del mercato e che fa supporre significativi margini di profittabilità”.
Nella sua audizione Peruzy ha fatto emergere il percorso e i risultati realizzati negli ultimi anni da Acquirente Unico, azienda sconosciuta al largo pubblico ma con funzioni vitali per il mercato dell’energia in generale e in particolare per famiglie e piccole imprese. Da questo punto di osservazione, la sua proposta è semplice e puntuale puntuale: “Da adesso fino al superamento della Tutela, il tempo potrà essere impegnato facendo tre cose: albo dei venditori, campagna di comunicazione volta a rendere consapevoli i clienti e definizione del perimetro dei clienti vulnerabili di quali comunque lo Stato ha l’obbligo di occuparsi”.
(RED – Giut)