L’Arabia Saudita è decisa a ripulire il paese dalla corruzione. E l’autorità di vigilanza, Nazaha, ha avviato una maxi inchiesta all’interno delle agenzie governative che ha coinvolto 382 dipendenti che al momento risultano indagati e all’arresto di 155 impiegati di otto diversi dipartimenti, il ministeri dell’Interno, della Sanità, dell’Istruzione, degli Affari locali e rurali e dell’Edilizia, e dell’Autorità Ministeri del Commercio, dei Trasporti e dei Servizi Logistici, nonché della Cultura e l’Autorità fiscale e doganale della Zakat. I reati contestati sono: concussione, abuso di potere d’ufficio, falsificazione e riciclaggio di denaro. L’autorità ha spiegato, in comunicato pubblicato anche attraverso il suo account sulla piattaforma “X”, di aver effettuato 924 controlli il mese scorso, mentre la media dei controlli effettuati nei luoghi santi durante la stagione dell’Hajj è stata di circa 9.623 controlli.

Dal 2021 fino all’anno scorso, i dati di “Nazaha”, esaminati da Al Arabiya.net, indicano che per corruzione sono state arrestate 5.235 persone. I crimini legati alle tangenti finanziarie e amministrative non vanno in prescrizione e l’autorità è decisa a non dare tregua a nessuno attraverso controlli a tappeto mirati a stamare chi trae vantaggio personale a danno dell’interesse pubblico.

 

 

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