Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno risposto con un raid aereo agli attacchi dei miliziani Houthi nello Yemen, aumentando la tensione nella regione e provocando diverse reazioni internazionali. Gli Houthi hanno contrattaccato con il lancio di un missile antinave, ma l’azione non ha finora evidenziato danni rilevanti
di Mario Tosetti
Dopo una serie di attacchi notturni contro le postazioni degli Houthi in Yemen da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, si è verificato un’alzata di scudi. Il gruppo militante sciita ha lanciato un missile antinave in risposta, ma non è ancora chiaro se abbia causato o meno danni significativi.
Quest’azione militare viene dopo settimane di crescente violenza Houthi contro le navi che attraversano il Canale di Suez in seguito al conflitto tra Israele e Hamas. Le attività dei miliziani, che includono lanci di razzi e tentativi di dirottamento, non si sono limitate alle navi dirette o provenienti da Israele, ma hanno riguardato anche imbarcazioni di altre nazioni, tra cui navi militari USA ed europee.
Nonostante gli avvertimenti occidentali al gruppo legato all’Iran di arrestare tali attività, gli Houthi hanno continuato le loro offensive. Questo ha portato gli Stati Uniti e il Regno Unito a rispondere con forza. Il Primo Ministro britannico Rishi Sunak ha autorizzato gli attacchi aerei durante una riunione di emergenza del suo governo.
L’operazione militare, che ha visto la partecipazione di nazioni alleate come Olanda, Australia, Canada e Bahrein, ha colpito la capitale dello Yemen, Sana’a, e le province di Al Hudeidah Saada, Dhamar, Taiz e Hajjah. Il portavoce degli Houthi ha riferito che il contrattacco ha causato 5 vittime e 6 feriti tra i combattenti.
Nel frattempo, il Movimento Houthi ha minacciato ulteriori ritorsioni dichiarando che gli attacchi “non resteranno senza risposta”. Successivamente, il Consiglio politico del gruppo ha proclamato che “tutti gli interessi americani e britannici sono diventati obiettivi legittimi delle forze armate yemenite”.
Le reazioni internazionali a quest’escalation sono state diverse. Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha elogiato il successo dell’operazione, sottolineando l’importanza di difendere il commercio internazionale. D’altra parte, potenze globali come Russia e Cina hanno risposto con preoccupazioni e critiche, con quella russa che richiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Per far fronte agli attacchi Houthi e proteggere le rotte marittime commerciali, gli Stati Uniti avevano fondato una coalizione militare nel dicembre scorso. La coalizione, composta da nazioni come il Regno Unito, l’Australia, il Canada e l’Olanda, punta anche a preservare la libertà di navigazione in una delle vie d’acqua più vitali del mondo.
Infine, gli Stati Uniti hanno ribadito che non stanno cercando un conflitto con l’Iran. “Non cerchiamo un’escalation e non c’è ragione per un’escalation al di là di quanto accaduto negli ultimi giorni”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby.
La tensione in Medio Oriente è alta, con attacchi a navi commerciali e militari da parte degli Houthi ancora in corso. Con la risposta militare degli USA e del Regno Unito, la situazione sembra potersi complicare ulteriormente, con potenziali ripercussioni nel panorama delle relazioni internazionali.
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