Il decreto ha stabilito la creazione di un fondo specifico per coprire i costi dei progetti di costruzione già iniziati e che hanno avanzato oltre il 605. Il governo finanzierà ora la conclusione di tali progetti entro il 31 ottobre 2024, ma solo per coloro che guadagnano meno di 15.000 euro all’anno. Per tutti gli altri , a partire dal 2024, il contributo statale ai lavori di ristrutturazione sarà del 70 %
di Carlo Longo
Il recente incontro del Consiglio dei Ministri ha portato a diversi decreti che riguardano la legislazione fiscale e il decreto annuale noto come Milleproroghe. Tra le decisioni più attese, c’era quella relativa al Superbonus, facilitazione fiscale per i rifacimenti architettonici volti a migliorare l’efficienza energetica, introdotto nel maggio 2020 e in scadenza alla fine dell’anno.
Le opinioni sul futuro del Superbonus erano divise nella maggioranza. Fratelli d’Italia e Lega avrebbero voluto abolire lo sgravio, che è particolarmente oneroso per il bilancio statale, mentre Forza Italia faceva pressioni per il suo rinnovo per “proteggere le famiglie”. Prima della riunione del Consiglio dei Ministri, è stato raggiunto un compromesso: il Superbonus non è stato incluso nel decreto Milleproroghe e quindi non è stato rinnovato, ma è stato approvato un decreto legislativo specifico con alcune nuove disposizioni.
Il decreto ha stabilito la creazione di un fondo specifico per coprire i costi dei progetti di costruzione già iniziati e che hanno avanzato oltre il 60 percento. Il governo finanzierà ora la conclusione di tali progetti entro il 31 ottobre 2024, ma solo per coloro che guadagnano meno di 15.000 euro all’anno. La dimensione del fondo, insieme ai metodi e ai criteri di distribuzione dei contributi, verranno stabiliti da un decreto del Ministero dell’Economia, che sarà approvato entro sessanta giorni. La decisione del Consiglio dei Ministri di prolungare la misura, se pure parzialmente, è stata spiegata con l’obiettivo di “proteggere i cittadini con redditi più bassi e permettere la conclusione dei lavori”.
Per tutti gli altri, a partire dal 2024, il contributo statale ai lavori di ristrutturazione sarà del 70 percento, a causa delle restrizioni imposte dal governo.
Il Superbonus fu introdotto nel maggio 2020 dal secondo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da una coalizione di centrosinistra formata da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva. Questa misura garantiva un’incentivazione fiscale unica offrendo una detrazione del 110 percento a coloro che avessero effettuato lavori di ristrutturazione per migliorare l’efficienza energetica delle loro case.
Il governo di Mario Draghi, subentrato nel febbraio 2021, inizialmente confermò il Superbonus, ma progressivamente ne limitò il beneficio a causa dei numerosi problemi che ha portato: sovvenzioni eccessive, incremento dei prezzi delle materie prime nel settore edile e inflazione generale.
A causa della controversia, il parlamento ha continuato a confermare la misura, sebbene con alcune modifiche. Secondo i dati diffusi dall’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile), fino a novembre 2023 il Superbonus ha consentito l’apertura di più di 446 mila cantieri con un investimento totale di 98,1 miliardi di euro, 89,1 dei quali sostenuti dallo Stato.