Nel pomeriggio alcuni jet Usa, su ordine del presidente Joe Biden, hanno attaccato gruppi militanti in Siria sostenuti dall’Iran che avevano colpito le truppe americane all’indomani dell’attentato di Hamas lo scorso 7 ottobre. Intanto Bruxelles valuta la possibilità di inviare aiuti umanitari a Gaza attraverso corridoi marittimi
di Carlo Longo
“Questa notte espanderemo le operazioni di terra, i residenti di Gaza vadano a Sud”, questo è il messaggio con cui il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha confermato quanto già annunciato dall’ufficio stampa di Hamas: è iniziata l’offensiva via terra di Gaza da parte dell’esercito israeliano. Nel pomeriggio su telegram il contatto di Hamas aveva scritto: “È in corso un massiccio tentativo di Israele di penetrare nella Striscia da nord e da est. Numerosi tank israeliani sono stati distrutti. La battaglia è in corso attorno alla barriera di divisione”.
L’invasione di terra peraltro è accompagnata da numerosi bombardamenti che hanno colpito la Striscia di Gaza e in risposta non pochi missili di Hamas hanno colpito Israele causando danni nelle regioni centrali. A Gaza la situazione è apocalittica, sono state danneggiate tutte le infrastrutture della striscia e sembra che sia limitato l’accesso ad internet. Antonio Guterres ha lanciato nuovamente l’allarme sull’emergenza umanitaria a Gaza, secondo il segretario generale Onu il sistema umanitario nella Striscia “sta affrontando un collasso totale con conseguenze inimmaginabili per più di 2 milioni di civili”. Guterres ha aggiunto che a fronte di una situazione sempre più drammatica le Nazioni Unite “non saranno in grado di continuare a fornire aiuti all’interno di Gaza senza un cambiamento immediato e fondamentale nel modo in cui vengono inviati gli aiuti”. Non solo, Guterres nel ribadire la necessità di un “cessate il fuoco immediato” ha sottolineato l’esigenza che “ognuno si assuma le sue responsabilità perchè questo è il momento della verità e la storia ci giudica tutti. Accolgo con favore il crescente consenso globale a favore di una pausa umanitaria nel conflitto senza un cambiamento fondamentale, la popolazione di Gaza dovrà affrontare una valanga di sofferenze umane senza precedenti”.
Nel frattempo a Bruxelles è in corso il consiglio Ue che ha come punto centrale la questione in Medio Oriente. I 27 stanno valutando l’ipotesi di inviare aiuti umanitari tramite i corridoi marittimi considerato le difficoltà che si riscontrano nel passaggio al valico di Rafah. L’ipotesi è emersa al tavolo dei leader, con la Francia che si è proposta come capofila del gruppo di Paesi disposti a organizzare gli aiuti. In queste ore partirà il lavoro diplomatico per valutare la fattibilità di questo scenario. Indispensabile sarà fissare i dettagli tecnici con Israele per la consegna degli aiuti.
La situazione, però, appare sempre più critica e instabile. Nel pomeriggio alcuni jet Usa, su ordine del presidente Joe Biden, hanno attaccato gruppi militanti in Siria sostenuti dall’Iran che avevano colpito le truppe americane all’indomani dell’attentato di Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo ha fatto sapere il Pentagono. Ma non solo, nelle ultime ore l’Idf ha fatto sapere di aver identificato una minaccia aerea sul mar Rosso. Si è trattato di un aereo senza pilota che caduto in Egitto ha ferito 5 persone. Non è chiara la provenienza ma sembra sia probabile un “coinvolgimento dell’Iran”. La radio militare di Tel Aviv sul punto ha ricordato che i Pasdaran, iraniani che si autoproclamano “Guardiani della rivoluzione” hanno trasformato alcune navi commerciali in piattaforme di lancio di aerei senza pilota e di anche di missili per creare cosi – secondo Israele – “basi terroristiche galleggianti” da dislocare secondo le loro esigenze nei mari del Medio Oriente.
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