Due commesse enormi, assegnate alle aziende italiane da uno dei più grandi operatori mondiali del settore “oil and gas”, rilanciano un comparto storico del nostro sistema Paese e sollecitano le borse. Emirati arabi hub sempre più centrale per il made in Italy
di Guido Talarico
Ad Abu Dhabi per Adipec e per l’apertura della nuova sede di Associated Medias negli emirati, veniamo a scoprire quasi per caso di due mega commesse portate a casa da aziende italiane, vale a dire Maire e Saipem. La Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), una delle più grandi aziende al mondo del settore petrolifero e del gas, ha infatti annunciato di aver assegnato a queste due aziende contratti del valore di circa 16,94 miliardi di dollari, per un progetto di gas che punta a operare – primi al mondo, rivendicano – con emissioni nette di anidride carbonica pari a zero. Maire, che è una società di ingegneria controllata da Fabrizio di Amato, e Saipem, la controllata da Eni e da Cdp Equity spa che opera come gruppo di servizi energetici, in due comunicati separati hanno spiegato di aver ottenuto rispettivamente contratti da 8,7 miliardi di dollari e 4,1 miliardi di dollari da parte di ADNOC per il progetto.
Per dare riferimenti sulla portata e sull’importanza di questi contratti firmati dalle aziende italiane ricorderemo che, nell’esercizio del 2022, il Gruppo Saipem ha realizzato ricavi per 9.980 milioni di euro, facendo segnare un +53% rispetto al 2021, e un EBITDA di 595 milioni di euro, rispetto ad un dato negativo di 1.274 milioni di euro nel 2021. Insomma, una crescita di grandissimo rilievo che la borsa ha subito cominciato ad apprezzare.
Ancora meglio in proporzione ha forse fatto il Gruppo Maire Technimont se si pensa che i suoi ricavi del 2022 ammontavano a €3.463,7 milioni, in aumento del 20,9% e il bilancio consolidato di Gruppo sempre nel 2022 si chiudeva rispettivamente con un utile di esercizio di €38,9 milioni e con un utile netto consolidato di €90,4 milioni. In questo caso siamo infatti addirittura dinnanzi ad una commessa pari al doppio del fatturato del 2022.
I due contratti per l’ingegneria, l’approvvigionamento e la costruzione (EPC) sono stati firmati per il progetto Hail and Ghasha Offshore Development, che produrrà 1,5 miliardi di piedi cubi standard al giorno (bscfd) di gas entro la fine del decennio.
ADNOC ha dichiarato che il contratto EPC offshore, del valore di circa 8,2 miliardi di dollari, è stato assegnato a una joint venture tra Saipem e National Petroleum Construction Company (NPCC), di proprietà del fondo di investimento di Abu Dhabi, ADQ.
Il contratto EPC onshore di MAIRE vale circa 8,74 miliardi di dollari e comprende il recupero e la gestione di CO2 e zolfo, ha dichiarato ADNOC. MAIRE si concentrerà su due unità di lavorazione del gas, tre sezioni di recupero dello zolfo, gli impianti associati e le infrastrutture esterne, nonché i gasdotti di esportazione, ha detto la società.
Saipem e NPCC costruiranno su isole artificiali quattro centri di perforazione e un impianto di lavorazione, oltre a varie strutture offshore e oltre 300 km (186 miglia) di gasdotti sottomarini, ha dichiarato Saipem.
Le azioni di MAIRE erano in aumento di circa il 4% alle 07:30 GMT, mentre quelle di Saipem erano in aumento di circa il 4%. “Il gas naturale è una fonte di transizione importante e ADNOC continuerà a sfruttare in modo responsabile le sue risorse di gas per consentire l’autosufficienza di gas per gli Emirati Arabi Uniti, aumentare la nostra capacità di esportazione e sostenere la sicurezza energetica globale”, ha dichiarato Abdulmunim Al Kindy, direttore esecutivo di ADNOC per la produzione upstream, in una dichiarazione.
Il progetto Hail and Ghasha catturerà 1,5 milioni di tonnellate all’anno (mtpa) di CO2, portando gli investimenti impegnati di ADNOC per la capacità di cattura della CO2 a quasi 4 mtpa, ha affermato la dichiarazione.
ADNOC – che a luglio ha anticipato il suo obiettivo di emissioni nette di anidride carbonica pari a zero al 2045 – ha annunciato la scorsa settimana di voler aumentare la sua capacità di cattura della CO2 a 10 mtpa entro il 2030.
Martedì, ADNOC ha annunciato anche di voler installare un’unità di cattura della CO2 da 10 tonnellate al giorno prodotta dalla società britannica Carbon Clean in un impianto di fertilizzanti azotati di proprietà di Fertiglobe, una joint venture tra ADNOC e la società di fertilizzanti olandese OCI.
Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) ospiteranno la conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP28 dal 30 novembre al 12 dicembre. Il suo presidente in carica è l’amministratore delegato di ADNOC, Sultan al-Jaber, una scelta che ha suscitato critiche da parte degli attivisti per il clima.
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