In ballo oneri offshore per 31,7 miliardi di dollari tra bond, garanzie e obblighi di riacquisto e la decisione è utile a proteggere gli asset del gruppo negli Stati Uniti
di Carlo Longo
Evergrande, il colosso immobiliare cinese, ha chiesto di essere posta sotto procedura fallimentare negli Usa, dove è quotata a Wall Street. La ragione della decisione risiede nella necessità di proteggere i suoi asset in quanto la ristrutturazione del debito di 300 miliardi di dollari si sta rivelando più difficile del previsto.
“La società sta portando avanti la sua ristrutturazione del debito offshore come previsto. L’istanza depositata a Manhattan è una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore e non comporta istanza di fallimento”. , si è affrettata a chiarire Evergrande in una nota alla borsa di Hong Kong. Poiché le obbligazioni denominate in dollari Usa sono disciplinate dalla legge di New York, “la società ha presentato ricorso alla Corte degli Stati Uniti ai sensi del Capitolo 15 del Codice fallimentare degli Stati Uniti per il riconoscimento degli schemi di accordo nell’ambito della ristrutturazione del debito offshore per Hong Kong e le Isole Vergini britanniche”, ha aggiunto.
La bancarotta protetta dichiarata negli Usa, nota come “Chapter 15” punta a tutelare lo società insolvente ponendo al riparo i beni statunitensi mentre lavora alla ristrutturazione dei debiti. L’azienda è andata in default nel 2021, scatenando una massiccia crisi immobiliare nell’economia cinese, che continua a risentirne gli effetti. Il settore immobiliare cinese è stato a lungo considerato un motore di crescita vitale nella seconda economia più grande del mondo e rappresentava fino al 30% del PIL del Paese.
Il piano di ristrutturazione del debito, a cui sta lavorando il gruppo da mesi, consiste nel convertirlo in nuove obbligazioni e una partecipazione in due controllate, compreso il settore dei veicoli elettrici nel quale Evergrande si era gettato a capofitto per diversificare gli asset. Al momento, però, le cose non sembrano andare benissimo. Evergrande a luglio ha annunciato una perdita netta di oltre 113 miliardi di dollari per gli anni 2021 e 2022.
Ma adesso la situazione sembra essere precipitata e la decisione di dichiarare bancarotta. La mossa – relativa a oneri offshore per 31,7 miliardi di dollari tra bond, garanzie e obblighi di riacquisto – è maturata un po’ a sorpresa dato che mercoledì il gruppo aveva annunciato il rinvio della riunione dei creditori sulla ristrutturazione del debito offshore, dal 23 al 28 agosto prossimi.
Certamente della vicenda ha già risentito la borsa di Hong Kong : l’indice Hang Seng cede il 2,05%, a 17.950,85 punti. Si teme, poi, per la tenuta anche di Anche Country Garden, il più grande promotore immobiliare privato della Cina, che sta preoccupando gli investitori dopo che la società non ha pagato alcuni interessi questo mese. La Banca centrale cinese già nelle scorse ore aveva tentato di rassicurare annunciando che avrebbe adeguato e ottimizzato “le politiche immobiliari in modo tempestivo”.
Rimane incerta l’evoluzione successiva della situazione considerato, peraltro, che potrebbe risentire delle incrinate relazioni tra Washington e Pechino ma in primo luogo quanto tutto questo andrà ad incidere sull’economia cinese che è già in palese affanno con evidenti rischi di contagio.
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