L’erogazione della terza tranche del Pnrr all’Italia è ancora in fase di lavorazione e prosegue il dibattito tra l’Ue e il Paese. Intanto, cresce la tensione sull’opera di revisione del Piano voluta dal governo
di Corinna Pindaro
Il via libera alla terza rata del Pnrr è ancora in fase di valutazione, proseguono “scambi costruttivi con Roma”. Lo ha fatto sapere la portavoce della Commissione europea Veerle Nuyts. Non vi sono “grandi aggiornamenti”, ha aggiunto la sottolineando, comunque, che il dialogo con Roma è aperto e che le autorità italiane forniscono prontamente, ove richiesto, ulteriori informazioni. La comunicazione sull’esito finale della valutazione sarà diffuso “alla conclusione del processo”, ha concluso Nuyts.
Siamo, quindi, ben lontani da quanto affermato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che, a margine dell’Ecofin di Stoccolma lo scorso 29 aprile, aveva detto che il via libera libera era “questione di ore” e che “la situazione è definita e quindi siamo assolutamente ottimisti”.
Ad ogni modo il Pnrr fa discutere anche all’interno del Paese ed è sempre più alta la tensione. Da un lato il governo insiste sulla revisione dei progetti mentre l’Ue invita a non comprimere l’ambizione del piano, dall’altro l’opposizione ha esplicitamente chiesto un passaggio in parlamento al fine di comprendere quali opere non saranno più incluse nel Piano.
Raffaele Fitto, il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, ha fatto sapere che certamente l’opera di revisione non intaccherà le riforme infrastrutturali e al contempo che la riscrittura non avrà a che fare con singoli istituti ma semplicemente risponderà all’esigenza di realizzare gli interventi entro la scadenza del 2026. Pertanto, gli interventi più lunghi dovrebbero essere spostati tra i progetti finanziati dai fondi di coesione e sviluppo che hanno tempi meno stringenti.
L’opera di revisione di Fitto dovrebbe essere pronta in breve tempo e il ministro ci ha tenuto a precisare che non si tratta di “uno smantellamento”. A quanti hanno accusato Fitto di voler cambiare in toto il Piano ha risposto il ministro per le imprese e il Made in Italy Adolfo Urso affermando: “Il ministro Fitto è stato frainteso, ha detto ben altro. Quello che è stato fatto in questo Paese lo conoscono tutti: quando furono chieste il massimo delle risorse a debito, quando furono presentati i progetti in pochi giorni, uno accatastato all’altro. Alcuni sono già stati bocciati, pensiamo agli stadi. Non facciamo gli stessi errori che hanno fatto i governi precedenti: noi andremo al confronto preparati, consapevoli e responsabili”.
Anche il titolare delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si è speso in difesa del percorso individuato del governo: “L’obiettivo per quel che riguarda me e il governo è spendere bene e spendere tutti i fondi del Pnrr, soprattutto quelli per le infrastrutture perché abbiamo un gap infrastrutturale con altri paesi europei che dobbiamo colmare quindi non è assolutamente in agenda né la restituzione di fondi né la mancata spesa di fondi; al massimo si possono rimodulare alcune voci ad altre. Non ci sarà nessuna rinuncia a nessun progetto a meno che non ci siano evidenti sfasature temporali” .
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