Martedì il Governo dovrebbe ratificare la nomina dell’ex ministro berlusconiano al vertice dell’ente pubblico che era stato inserito negli enti inutili e che ora l’esecutivo sta cercando di rilanciare
di Ennio Bassi
L’ente era stato giudicato inutile ed inserito nell’apposita lista delle strutture pubbliche da sopprimere. Lista poi diventata inutile lei stessa, visto che nulla, neppure le vituperate provincie, sono state eliminate. Così il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) continua a dispensare le sue imperdibili ricerche e a produrre presidenti. Il prossimo della lista è Renato Brunetta, un forzista della seconda ora (nella prima era craxiano) che, in disaccordo con il suo storico mentore, Silvio Berlusconi, aveva annunciato il suo ritiro dalla politica al meeting di Cernobbio e rinunciato a candidarsi alle elezioni del 25 settembre scorso. Brunetta, più volte ministro, è ora pronto a fare un clamoroso ritorno sulla scena politica nazionale proprio salendo sullo scranno più alto di Villa Lubin, la magnifica sede che il Cnel occupa nel cuore di Villa Borghese.
Secondo fondi governative, rilanciate anche da Repubblica, il prossimo consiglio dei ministri si appresta a nominarlo presidente, carica che Brunetta andrebbe a ricoprire senza percepire stipendio, visto che il suo status di pensionato glielo impedisce. C’è poi anche una piccola questione procedurale che allunga i tempi: il neo-presidente non potrà insediarsi immediatamente, poiché la legge 936 del 1986, che ha avuto come relatore l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, stabilisce che il presidente del Cnel debba attendere l’insediamento dei nuovi consiglieri. Un iter di nomina che può durare fino a due mesi.
Attualmente, il Cnel è composto da 64 consiglieri, tra cui 10 esperti (8 nominati dal presidente della Repubblica e 2 proposti dal presidente del Consiglio), 48 rappresentanti delle categorie produttive e 6 rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato. Fino alla nomina dei nuovi consiglieri, l’attuale presidente Tiziano Treu rimarrà in carica.
Ma a cosa serve il Cnel? Sulla carta è un organo di consulenza a disposizione del Parlamento e del Governo. Una sorta ci centro studi che però, entro i limiti di legge, può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale. La sua pubblica utilità, come è noto, è stata messa in dubbio tanto che l’ente fu inserito, dal Governo a guida Matteo Renzi, di tra quelli da sopprimere.
Ora il Ministro alle riforme e alla semplificazione, Elisabetta Casellati, che pare essere la vera promotrice della candidatura di Brunetta, vuole dargli una nuova ed ambiziosa missione: da qui in avanti il Cnel dovrebbe lavorare per portare ad una generale semplificare dell’apparato normativo. Il che sembra più una missione da Mago Silvan che da ex politici in pensione. Finora in realtà quest’ente fondato nel lontano 1948 è stato più che altro un cimitero di elefanti (Antonio Marzano, Tiziano Treu solo per fare qualche nome recente). Vedremo se il Prof. Brunetta riuscirà nel gioco di prestigio.
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