Approvata dal Cdm la delega fiscale. Interventi trasversali in ogni ambito: dall’Iva all’Ires, dalla riforma dell’Irpef al nuovo dipartimento dell’Economia
di Corinna Pindaro
“La delega fiscale approvata dal Cdm riscrive completamente l’attuale sistema tributario varato negli anni ’70. Le nuove regole, operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo mirato tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese”, con queste parole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato l’approvazione da parte del Cdm della riforma fiscale. Dal canto suo la premier era già intervenuta definendola una “svolta necessaria per il Paese”.
Tra le principali novità, sebbene la delega si limiti ad individuare i principi che troveranno concretezza nei decreti attuativi, è l’arrivo a tre aliquote Irpef. Sul come vi sono due possibilità: una con le aliquote una con le aliquote al 23, 33 e 43%, l’altra 23, 27 e 43%. Le coperture si troveranno con la razionalizzazione delle tax expenditures, magari con un tetto alle detrazioni parametrato sul reddito.
Per quanto riguarda la flat tax si mira a introdurre un’imposta unica incrementale per i dipendenti, che potranno scontare l’aumento di reddito rispetto all’anno precedente. Circa l’Irap è previsto che l’abolizione sarà graduale e in primo luogo ne beneficeranno artigiani, commercianti, società di persone e professionisti. Ancora, per le grandi aziende la riforma introduce una “cooperative compliance” per ridurre l’elusione. Mentre per il mondo delle piccole imprese si può andare verso un sistema di “concordato preventivo biennale”. Dunque, il fisco fissa un’imposizione all’imprenditore in base ai suoi redditi precedenti e per due anni non chiede altro.
La delega fiscale prevede, inoltre, un riordino delle aliquote agevolate e Iva azzerata per alcuni beni di prima necessità come pane e latte.Infine, per l’Ires è previsto che l’aliquota scenda dal 24 al 15% per le aziende che non distribuiscono gli utili e assumono a tempo indeterminato o investono in innovazione.
La delega fiscale introduce, inoltre, una nuova disciplina per le sanzioni. Depenalizzata l’evasione “di necessità” e sanzioni attenuate per il reato di dichiarazione infedele. Ridotte anche le sanzioni amministrative. Infine, il ddl delega stabilisce “il discarico automatico” delle quote non riscosse dopo cinque anni. E per i vecchi debiti, dilazioni lunghe dieci anni, fino a 120 rate.
La riforma fiscale interviene, comunque, anche sull’apparato burocratico- amministrativo. A tal proposito viene istituito al Mef il Dipartimento dell’economia. Lo prevede il Dpcm con il regolamento di riorganizzazione del Mef licenziato dal Consiglio dei ministri di oggi. Secondo quanto si apprende dal documento il nuovo Dipartimento, che affiancherà i già esistenti Tesoro, Ragioneria generale dello Stato e Finanze, “ha competenza in materia di interventi finanziari in economia, partecipazioni societarie dello Stato e valorizzazione del patrimonio pubblico. A tal fine provvede nelle seguenti aree tematiche: a) interventi finanziari nei diversi settori dell’economia, delle infrastrutture e del sostegno sociale, nonché a favore di organi, società ed enti pubblici; sostegno all’esportazione; garanzie pubbliche; monetazione, carte valori, prevenzione delle frodi e della falsificazione;
b) nel rispetto di quanto previsto dalle disposizioni normative vigenti e, in particolare, dal decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175: gestione delle partecipazioni societarie dello Stato; esercizio dei diritti del socio;
valorizzazione delle partecipazioni societarie dello Stato, anche tramite operazioni di privatizzazione e dismissione, e relativa attività istruttoria e preparatoria; monitoraggio della riforma delle società a partecipazione pubblica;
valutazione degli impatti degli interventi finanziari e politiche tariffarie e concessorie;
c) valorizzazione dell’attivo e del patrimonio pubblico;
censimento e analisi delle componenti dell’attivo delle pubbliche amministrazioni; programmi di dismissione dell’attivo immobiliare pubblico;
d) definizione delle esigenze del Dipartimento in materia di comunicazione istituzionale, politiche delle risorse umane e strumentali in coerenza con le linee generali di attività elaborate dal Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi; definizione dei livelli di servizio per le attività amministrative in materia di gestione delle risorse umane, acquisti e logistica di competenza del Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi”.
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