Il capo della diplomazia cinese Wang Yi è volato a Mosca. Pechino intende, ad un anno dall’invasione russa, promuovere una “soluzione politica” alla guerra in Ucraina. La Cina si dice fermamente convinta di proporre un piano di Pace. Quanto dichiarato da Wang Yi comunque non placa i dubbi sollevati dall’Occidente su un possibile sostegno, con armi e munizioni, della Cina alla Russia
di Emilia Morelli
Il capo della diplomazia cinese Wang Yi è volato a Mosca, dove ha incontrato prima il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e poi il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente russo è stato, così, impegnato da un lato a ribadire l’orgoglio russo nei confronti dell’Occidente e dall’altro a sfruttare l’occasione della visita per accaparrarsi il sostegno della Cina nel conflitto in Ucraina.
L’orgoglio nazionale, richiamato a gran voce nell’annuale discorso di Putin alle camere che si è tenuto nella giornata del 21 febbraio, è stato celebrato con un concerto allo stadio Lushniki in occasione della festa dei Difensori della patria. Dal punto di vista delle relazioni con la Cina l’alto diplomatico del Partito Comunista Cinese è arrivato in Russia – dopo un tour in cui ha fatto tappa in Francia, Italia, Germania e Ungheria- facendosi portatore della volontà del colosso asiatico di trovare una “soluzione politica” alla guerra in Ucraina.
Putin al termine dell’incontro con l’alto funzionario ha fatto sapere che le relazioni con Pechino sono fondamentali per “stabilizzare la situazione internazionale”. Il presidente russo ha, inoltre, annunciato un’imminente visita prevista per i prossimi mesi a Mosca del presidente cinese Xi Jinping.
Ad ogni modo, stando a quanto dichiarato da Wang Yi, la Cina trascorso un anno dall’invasione russa, propone un piano per la pace. Wang Yi ha ribadito che la Cina manterrà una posizione obbiettiva ed equa “come sempre” ed è in prima linea nel tentativo di “creare le condizioni per il dialogo e il negoziato”. La Cina, secondo quanto è emerso a margine della Conferenza di sicurezza che si è tenuta a Monaco, vede con preoccupazione “una guerra prolungata” e auspica “quanto prima” la pace in Europa.
Dall’incontro tra Wang Yi e Putin è, inoltre, emerso che Russia e Cina vogliono espandere i loro rapporti, che “resistono alle pressioni determinate da un contesto globale in mutamento e non sono soggetti alla influenze di Paesi terzi” e insieme sostengono il “multipolarismo e la democratizzazione delle relazioni internazionali”. In particolare i due rappresentanti di Russia e Cina hanno annunciato che “l’obiettivo di un interscambio commerciale da 200 miliardi di dollari sarà raggiunto prima del previsto”.
La posizione affermata da Wang Yi comunque non placa i dubbi sollevati dagli Usa e in generale dall’Occidente. Vi è, infatti, un timore diffuso che la Cina intervenga invece per aiutare la Russia fornendo armi e munizioni. Da Pechino, il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha pesantemente attaccato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo i dubbi riguardanti un sostegno militare della Cina alla Russia nella guerra in Ucraina. L’Alleanza Atlantica deve “smettere di diffamare la Cina” e di “soffiare sul fuoco”, è stata la dura replica di Pechino, che auspica, invece, un ritorno al dialogo tra Russia e Stati Uniti “per realizzare l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari”, dopo l’annuncio di Putin del ritiro della Russia dal trattato New Start.
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