Per 48 ore dalle 19 del 24 gennaio saranno chiusi tutti i distributori di benzina compresi i self service. Un atto dovuto, secondo le associazioni sindacali dei gestori delle pompe di benzina, affinchè il governo ammetta le reali responsabilità. Nel frattempo ad Algeri la premier punta a sfruttare la posizione geografica del Paese per divenire l’hub del gas europeo nel Mediterraneo, ipotesi che molto probabilmente fa storcere il naso alla Commissione europea che punta sulle rinnovabili
di Emilia Morelli
A nulla è servito il tavolo di confronto tra il governo e le associazioni sindacali dei gestori delle pompe di benzina, dopo l’entrata in vigore del nuovo Decreto Trasparenza era praticamente certo che lo sciopero dei benzinai sarebbe stato tutt’altro che scongiurato. Così dalle 19 del 24 gennaio sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade i distributori di carburante resteranno chiusi. In una nota congiunta divulgata dalle organizzazioni Faib, Fegica e Figisc-Anisa si legge: “il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di ‘trasparenza’ e ‘zone d’ombra’ solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono. Ristabilire la verità dei fatti diviene quindi prioritario, per aprire finalmente il confronto di merito”.
Le tre associazioni proseguono affermando che i distributori, compresi i self service, resteranno chiuse per 48 ore consecutive dalle 19.00 del 24 alle 19.00 del 26 gennaio su rete ordinaria e dalle 22.00 del 24 alle 22.00 del 26 gennaio sulle autostrade.
Dal canto suo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta per difendere la correttezza del Decreto Trasparenza, che invece dal punto di vista dei benzinai è stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Li abbiamo convocati già due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti. Poi la media del prezzo non diceva che erano alle stelle. Sono state molto poche le speculazioni. Ma non potevamo tornare indietro su provvedimento che è giusto, pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro. Nessuno vuole colpire la categoria”, ha detto Meloni.
Nel frattempo il Codacons ha annunciato di avere intenzione di presentare un esposto alla magistratura contro lo sciopero dei benzinai, in quanto si configurerebbe una vera e propria “interruzione di pubblico servizio”Sospendere in modo totale il servizio per 48 ore, sulla rete urbana e sulle autostrade, sia per la modalità servito che per il self service, rappresenta una decisione gravissima che va oltre uno sciopero di categoria e creerà enormi e ingiustificati danni al paese e ai cittadini”, ha spiegato il Codacons.
A fronte dell’aumento del prezzo del carburante, che ha innescato lo sciopero dei benzinai e fatto emergere le presunte responsabilità del governo per la decisione di non rinnovare il taglio sulle accise, per quanto riguarda il gas il prezzo è ben lontano dai picchi dei mesi scorsi, sebbene il freddo di questi giorni abbia condotto ad una nuova risalita. Ad ogni modo, due rapporti preliminari pubblicati dall’Agenzia Ue per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer), e dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) hanno mostrato che finora il tetto al prezzo del gas Ue non ha avuto alcuna influenza sui mercati finanziari ed energetici.