di Robert Crowe

Pace in Etiopia. La sconfitta militare del Tigray People Liberation Front (Tplf), il movimento separatista tigrino, ha permesso il raggiungimento tra le parti di un’ntesa di pace. L’accordo raggiunto a Pretoria, in Sud Africa. Nella sostanza, gli accordi permettono di salvare la vita dei dirigenti del Tplf e di riappacificare le popolazioni etiopiche dopo due anni di duro conflitto.  Gli accordi prevedono anche nuove elezioni nel Tigrai tra sei mesi, la consegna delle armi e la smilitarizzazione del Tplf con l’integrazione dei tigrini nell’esercito federale. Bisognerà naturalmente verificare l’implementazione degli accordi sottoscritti in Sud Africa, ma da oggi l’Etiopia può girare pagina.

Le parti in conflitto in Etiopia hanno firmato l’accordo di pace grazie alla mediazione dell’Unione africana. L’annuncio dell’accordo è stato dato dall’Alto rappresentante dell’Unione africana per il Corno d’Africa, l’ex presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, il quale ha spiegato che i quattro punti previsti dall’accordo prevedono la cessazione delle ostilità appena possibile, il disarmo totale delle fazioni in lotta, l’accesso degli aiuti umanitari, con la protezione di donne e bambini, e la ripresa di tutti i servizi di base.

“Oggi sono passati due anni dallo scoppio della guerra. L’Ua ha sempre sostenuto i tentativi di portare la pace e 14 mesi fa mi ha nominato Alto rappresentante per promuovere la pace – ha detto Obasanjo –  Questa non è la fine del processo di pace, ma il suo inizio”, ha quindi ricordato l’ex presidente nigeriano.

L’ex presidente keniota e mediatore tra il governo di Addis Abeba e il Tplf, Uhuru Kenyatta, nel corso della conferenza stampa tenuta al termine dei colloqui mediati dall’Unione africana a Pretoria ha invece precisato che “il diavolo si nasconde nei dettagli, ma crediamo che le parti ce la faranno. L’accordo parla di risolvere i problemi come etiopi. Nessuna parte si impegnerà in attività dannose per l’altra. Endf (Forza di difesa nazionale etiope) sarà l’unico esercito. Il suo compito è di salvaguardare la sicurezza e l’incolumità degli etiopi. Molto deve essere fatto, ma la fiducia va costruita. Vi aiuteremo noi”.

Il consigliere per la sicurezza nazionale del premier etiope Abiy Ahmed e capo negoziatore etiope per il Tigrè, Redwan Hussien per parte sua ha invece ringraziato i mediatori dell’accordo e i “nostri fratelli dell’altra parte (tigrina)” per l’intesa raggiunta. “Spetta ora a tutti noi rispettare questo accordo”, ha aggiunto. Nel corso del suo intervento, Obasanjo, ha precisato che un accordo verrà sottoscritto a breve tra il governo etiope e le autorità del Tigrè: “I negoziati si sono conclusi oggi e il governo etiope e le autorità del Tigrè possono firmare l’accordo in qualsiasi momento”, ha spegato Obasanjo, precisando che i quattro punti previsti dall’accordo sono la cessazione delle ostilità il prima possibile, il disarmo totale, il ripristino dei servizi, l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari e la protezione di donne e bambini. “Oggi sono passati due anni dallo scoppio della guerra. L’Ua ha persistito nel tentativo di portare la pace e 14 mesi fa mi ha nominato Alto rappresentante per promuovere la pace”, ha detto Obasanjo, ricordando di essere stato in visita nel Tigrè otto volte durante i due anni di conflitto. “Questa non è la fine del processo di pace, ma il suo inizio”, ha detto l’inviato.

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