di Mario Tosetti
Una delle prime sfide che dovrà affrontare il nuovo governo è sicuramente la manovra. Certo è che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni dovrà in primo luogo far fronte alle emergenze oltre che reperire le risorse per far fronte agli impegni assunti in campagna elettorale. E’ quindi possibile che molte misure siano solo avviate per poi essere rinviate ad un momento successivo.
“I costi delle bollette sono diventati insostenibili e non c’è più tempo da perdere”, ha sottolineato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Un’ipotesi è che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, decida di intervenire sul deficit, che per il 2023 potrebbe essere aggiornato al 4,5% mutando il quadro lasciato in eredità dall’esecutivo di Draghi. La scelta, ovviamente, potrebbe mettere in allarme Bruxelles che si appresta a reintrodurre le regole di stabilità sospese con la pandemia. Sul punto, inoltre, non si può non tenere conto della ferma opposizione di Berlino ad un debito comune europeo per far fronte all’emergenza de gas secondo quanto ha fatto sapere il ministro delle Finanze tedesco, Christian Linder.
Nel frattempo il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha deciso di rispolverare uno dei progetti più discussi da anni: il Ponte sullo Stretto. Ha, quindi convocato l’8 novembre i presidenti delle Regioni Calabria e Sicilia, sottolineando che l’incontro servirà anche a fare il punto sulle “100 opere pubbliche commissariate in Italia per accelerare e partire con nuovi progetti”. Probabilmente, perchè il piano di Salvini sia fattibile, sarà necessaria una semplificazione delle procedure sugli appalti.
Per quanto riguarda le altre misure che nella manovra potrebbero trovare spazio è finito nel mirino del governo, oltre al Reddito di Cittadinanza, anche il Superbonus 110%. Sul punto il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano ha spiegato che “merita una riconsiderazione di carattere generale”, soprattutto perché avrebbe prodotto effetti negativi “distogliendo una parte dell’imprenditoria dall’essere attratta a questo tipo di lavoro”.
Resta, inoltre, il nodo pensioni. Tra le ipotesi c’è chi avanza la possibilità di un bonus per rimanere a lavoro oltre i 63 anni, oppure chi valuta opzioni dalla flat tax agli incentivi verdi o ancora c’è chi propone una sperdeduzione fiscale per le aziende che assumono fino al 150% per le persone fragili che peritano tutela. Ad ogni modo, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha assicurato che nella manovra sarà presente la “pace fiscale”, che assicura non è da intendersi come un condono. Ciriani, per adesso, non si espone su una data per l’approdo della manovra in Parlamento ma al contempo assicura che saranno inoltre presenti: flat tax, taglio al cuneo fiscale e molto probabilmente un aumento al limite del contante a 5000 euro.
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