di Mario Tosetti
Per la prima uscita pubblica dopo le elezioni la premier in pectore, Giorgia Meloni, ha ricevuto una calorosa accoglienza dalla platea di Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco. Meloni è arrivata alla manifestazione, dopo un incontro con Silvio Berlusconi, accompagnata dal cognato Francesco Lollobrigida e dal fedelissimo Ignazio La Russa. “Mi sto dedicando anima e corpo a studiare i dossier che riguardano il Paese, vogliamo dare risposte efficaci e convincenti”, ha esordito la leader di Fdi.
“Come abbiamo detto in campagna elettorale vogliamo modificare il rapporto tra lo Stato e le imprese, la nostra bussola è molto semplice: non disturbare chi vuole fare, creare ricchezza, produce lavoro, chi viole assumere”, ha continuato Giorgia Meloni, che ha aggiunto “vogliamo dare una strategia industriale al paese che non ha avuto per molto tempo. Noi siamo stati lucidi, non populisti. La postura dell’Italia deve partire dalla difesa del suo interesse nazionale per ritrovare soluzioni comuni. Non vuol dire avere un approccio negativo verso gli altri ma positivo verso se stessi. Confido ci siano margini per mettere a punto una soluzione, una soluzione che impatterà sul costo dei costi energetici e delle bollette tra qualche mese. Il lavoro che va fatto in queste ore è per capire come intervenire sui costi energetici di questo autunno”.
Un caloroso applauso la futura presidente del Consiglio lo ha conquistato parlando di “sovranità alimentare”. Perché “ci avevano detto che la globalizzazione e il mercato senza regole ci avrebbero portato bene, non è andata così, ci siamo indeboliti e le ricchezze si sono concentrate in poche mani”, ha detto.
Prima di Meloni durante la manifestazione di Coldiretti, insieme con il presidente Ettore Prandini e il direttore generale Vincenzo Gismundo, è intervenuto il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha apertamente criticato la Germania per la scelta di versare 200 miliardi contro il caro energia ed imporre un prezzo calmierato interno, si è espresso contro la borsa di Amsterdam parlando di speculazione sul prezzo del gas, contro la decisione della Bce sui tassi d’interesse e, in generale “contro la finanza che alla fine mette solo i soldi nelle tasche dei ricchi, non dell’economia reale”.
Per quanto riguarda gli esiti dell’incontro mattutino tra Meloni e Berlusconi in una nota congiunta i due leader hanno fatto sapere che il colloquio che si è svolto “in un clima di grande collaborazione e unità di intenti”. Inoltre hanno “ribadito la soddisfazione per l’affermazione del centrodestra alle elezioni politiche e hanno fatto il punto sull’attuale situazione politica”. Meloni e Berlusconi hanno poi approfondito i dossier più urgenti all’ordine del giorno, a partire dal caro energia. I due leader si sono poi confrontati sui prossimi passaggi istituzionali in vista della convocazione del prossimo Parlamento e “hanno condiviso la necessità che l’Italia abbia bisogno di un Governo di alto profilo, capace di affrontare le gravi emergenze che il Paese si trova difronte”.
A proposito della formazione del nuovo governo continua a far discutere la posizione di Salvini il quale difficilmente non rivendicherà una Casella tutta sua. Mentre il web impazza di meme che mostrano la posizione di Meloni che vorrebbe cedergli il dicastero dell’Agricoltura, com’è noto il leader del Carroccio ambirebbe a tornare alla guida degli Interni. Tuttavia, se da un lato c’è chi come Tajani che afferma che “per Forza Italia Salvini può fare il ministro di qualsiasi dicastero, deve scegliere lui, poi chiaramente è il capo dello Stato e il presidente del Consiglio che esamineranno la lista di ministri. Però per quanto ci riguarda non ci sono assolutamente problemi”; dall’altro c’è chi si oppone apertamente. Il co-portavoce di Europa Verde e esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha divulgato una nota in cui espressamente spiega i motivi per cui Salvini non dovrebbe essere nominato ministro degli Interni. “Il primo è rappresentato dai rapporti di Salvini con la Russia: tutti i governi europei rimarrebbero stupiti da questa scelta e la credibilità del nostro Paese ne subirebbe un contraccolpo difficilmente rimediabile. La seconda ragione è che il suo partito è alleato con il partito di Putin, Russia Unita, con un patto scritto di informazioni tra le due formazioni politiche. Il terzo motivo, ma non meno importante è che Salvini ha un procedimento penale aperto nell’esercizio delle funzioni di ministro dell’Interno. Che alla destra, che ha vinto le elezioni, questo non rappresenti un problema trasforma il tutto in un gigantesco problema di credibilità del futuro governo” ha scritto Bonelli.
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