Il CEO Leonardo Montesi “la misura è colma e ieri abbiamo deciso di incaricare i nostri legali di inoltrare una diffida al MITE e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri”. L’urbanista Visalli: “autorizzazioni di fatto in tre anni, un capolavoro”
di Carlo Longo
“Tanto tuonò che piovve”. Questo proverbio, che pare risalga a Socrate, vuol dire che occorre tenere da conto i segnali premonitori, che non bisogna ignorare gli avvertimenti. Il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) di segnali e avvertimenti ne ha avuto molti in questi ultimi 12 mesi e così dai tuoni si è passati alle carte bollate. Il CEO di TEP Renewables, una multinazionale di diritto inglese ma molto attiva in Italia, Leonardo Montesi ha annunciato di avere dato mandato ai suoi avvocati per diffidare il Mite e in caso di ulteriore silenzio portarlo in tribunale.
Leggiamo le sue parole di denuncia: “Dall’introduzione delle cosiddette semplificazioni a luglio 2021 – scrive Montesi – TEP Renewables Ltd ha presentato al MITE 15 istanze di VIA per altrettanti progetti agrivoltaici (655 MW in totale). Otto di questi progetti a termine di legge dovrebbero già avere ricevuto il decreto di VIA. Al contrario tre sono in istruttoria tecnica, otto in verifica amministrativa (alcuni da più di un anno) e tutti gli altri dopo tre mesi non sono stati nemmeno pubblicati. Ci siamo detti che la misura è colma e ieri abbiamo deciso di incaricare i nostri legali di inoltrare una diffida al MITE e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal momento che l’inerzia dell’Amministrazione è manifestamente illegittima, oltre che contraria all’interesse pubblico in questo preciso contesto storico, se non sarà dato un tempestivo impulso ai procedimenti, ci vedremo costretti ad adire le vie giurisdizionali. Qualcuno – conclude Montesi – dice che questa nostra protesta non sortirà alcun effetto, anzi che alla fine potrebbe addirittura ritorcersi contro di noi. Io dico che giustizia e buon senso devono sempre trionfare perché se così non fosse sarebbe veramente grave”.
Quella di Montesi è una denuncia di forte valore politico, quasi come se ci fosse un boicottaggio pubblico nei confronti delle energie rinnovabili. Ma Montesi non è solo. Alessandro Visalli, ubanista e consulente ambientale, anche lui impegnato nel settore delle rinnovabili, risponde così al post del CEO di TEP Renewables: “Noi (abbiamo presentato) cinque istanze per quasi 300 MW, ma la situazione è la stessa. Peraltro quando finalmente si concluderà al Mite, se il Mic come fino ad ora ha sempre fatto (salvo un solo caso) darà parere contrario, si andrà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In questo modo si deve stimare che una VIA richieda circa due anni, poi (ricorsi al TAR permettendo), partirà la Cds regionale per la 387. Insomma, siamo dalle parti dei tre anni. Un capolavoro”.
Dai tuoni pare ora si passi ai tribunali. Vedremo se il Governo che uscirà dalla prossime urne saprà affrontare con efficacia anche questa emergenza.
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