Il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, Zamagni (Unibo), Pagnoncelli (Ipsos) e Bianco (Banca d’Italia) concordi sul valore delle competenze di base anche come strumento di contrasto della congiuntura.
di Ennio Bassi
“Nessuno di noi da solo può contrastare gli effetti della geopolitica o i movimenti dei mercati, ma una educazione finanziaria più diffusa può meglio governarne gli effetti sia sui conti personali sia su quelli del Paese. Per questo è importante diffondere la comprensione dei meccanismi economici”. Queste le parole di Stefano Lucchini, Presidente della FEduF (la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio nata in seno all’Abi per diffondere le competenze finanziarie), intervenuto all’assemblea annuale della Fondazione insieme ad Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, Stefano Zamagni, docente di Economia Politica all’Università di Bologna e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, e Magda Bianco, responsabile del Dipartimento Tutela della clientela e educazione finanziaria della Banca d’Italia.
Un parterre autorevolissimo che ha spiegato quanto sia fondamentale avere le competenze di base per ridurre i danni della congiuntura economica e per migliorare il benessere sociale e che ha lanciato un appello a sostegno di una sempre maggiore educazione finanziaria, anche come risposta alle difficoltà dell’economia, in questa fase particolarmente colpita dalle conseguenze della Pandemia da Covid 19 (e sue varianti) e dalla guerra in Ucraina.
“Allocare il risparmio è fondamentale in un’epoca di inflazione, per cui non esistono rimedi istituzionali o puramente privati”, ha detto nel suo intervento Patuelli. Il Presidente dell’Abi, spiegando che il tema di fondo non è creare un’educazione finanziaria solo in senso classico ha spiegato che “Le condizioni di mercato determinano la necessità di concentrarsi su un’educazione all’allocazione dei risparmi” in modo da “combattere l’erosione della ricchezza causata dall’inflazione”.Nella sua relazione introduttiva Lucchini è stato chiaro: “Stiamo lavorando molto nel coinvolgimento dei più giovani, ma anche la vulnerabilità dei seniores in materia finanziaria è un tema decisivo e dobbiamo, con tutte le istituzioni finanziarie, cercare le misure appropriate per colmare le tante carenze. Il benessere sociale correlato all’educazione finanziaria è di cruciale importanza sia per il futuro delle giovani generazioni sia per la vulnerabilità alle quali sono esposte le persone più anziane: si tratta di due elementi che sfuggono a una visione utilitaristica e individuale dell’economia. Alla luce dei dati emersi oggi – ha detto Lucchini – da un lato è evidente come sia ancora molto il lavoro da svolgere e dall’altro come il tema dell’educazione finanziaria non sia secondario nel dibattito sull’economia”.
Un allarme, quello di Lucchini, documentato dall’indagine Ipsos illustrata dal Presidente Pagnoncelli nel corso del dibattito moderato da Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera. “Le competenze di economia in Italia – ha spiegato Pagnoncelli – non sono purtroppo ancora percepite come una priorità formativa: solo il 21% dei nostri connazionali le ritiene essenziali per agire in modo responsabile e fare scelte consapevoli, contro il 43% che ritiene fondamentale la formazione nell’ambito della Salute per la prevenzione delle malattie, il 41% che si focalizza sulla sostenibilità per limitare l’impatto delle attività umane sull’ambiente, il 27% che si indirizza verso i temi dell’alimentazione legati alla salute e al consumo di risorse. Risultati, del resto, facilmente spiegabili dopo due anni di pandemia e mentre è in corso la campagna europea per la transizione ecologica”.
Tuttavia, proprio il cambiamento della congiuntura non potrà che favorire l’attenzione verso l’educazione finanziaria. Nella rilevazione Ipsos, il timore per l’aumento del tasso di inflazione attualmente preoccupa il 65% degli italiani, e il 77% degli intervistati è consapevole degli effetti che la perdita di potere di acquisto del denaro può avere sul proprio stile di consumo. A fronte di questa consapevolezza, alla domanda “Se avesse a disposizione dei risparmi per un importo pari a diecimila euro come li investirebbe…”, il 27% degli intervistati risponde che terrebbe tutto il denaro sul conto corrente, il 36% che lo investirebbe solo una minima parte, depositandone il resto sul conto corrente. Solo il 24% invece investirebbe la maggior parte del risparmio minimizzando la liquidità.
Andando a indagare il sentimento degli italiani nei confronti del risparmio, la ricerca rileva alcune associazioni positive: il 35% della fascia tra 16-24 anni lo associa con futuro, 32% della fascia 45-65 anni alla tranquillità, e il 19% fascia 16- 34 anni e 25-34 anni alla progettualità, e altre negative: il 26% nella fascia 16-24 anni e il 23% della fascia 35-44 anni lo correla al sacrificio.
“Bisogna spiegare che risparmiare non è accantonamento del denaro sotto il mattone”, ha chiosato il Prof. Zamagni ricordando che occorre prima spiegare cos’è la pianificazione finanziaria, “specialmente alle famiglie” e poi sarà fondamentale “spiegare i meccanismi di natura psicologica che condizionano le scelte finanziarie”. Un lavoro fondamentale di formazione che secondo Zamagni serve anche perché “non è vero che esistono solo razionalità nelle scelte finanziarie”. Zamagni ha posto l’accento sulla questione etica che, ha ricordato condiziona il 25% delle transazioni finanziarie: “I fondi etici – ha ricordato il docente dell’Università di Bologna – sono in tremendo aumento, soprattutto negli Usa”. “Bisogna spiegare in che cosa consiste la finanza etica, come si esprime e perché” continua Zamagni, “abbia preso un impulso di questo tipo”.
La Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF) è nata su iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) per diffondere l’educazione finanziaria in un’ottica di cittadinanza consapevole e di legalità economica. Obiettivo della Fondazione è il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati a promuovere una nuova cultura di cittadinanza economica, valorizzando le diverse iniziative, superando gli individualismi e mettendo a fattor comune le esperienze maturate in nome dell’interesse della comunità. Opera in stretta collaborazione con il ministero dell’Istruzione e gli Uffici scolastici sul territorio e diffonde, nelle scuole di ogni ordine e grado, programmi didattici innovativi nella forma e nei contenuti, anche attraverso l’organizzazione di eventi per gli studenti, gli insegnanti e i genitori. La Fondazione lavora sulla mediazione culturale tra contenuti complessi e strumenti divulgativi semplici ed efficaci. Le sue iniziative si rivolgono anche agli adulti, in collaborazione con le Associazioni dei Consumatori.
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