Il capo della più grande banca italiana dice che i fondamentali dell’Italia sono “solidissimi”, sia dal lato del risparmio privato sia da quello corporate. Quindi bisogna “ridurre la dipendenza dalla Bce” nell’acquisto dei titoli pubblici. Lo spread? “Dovrebbe essere a 100-150”
di Carlo Longo
L’Italia è un Paese con fondamenta solidissime, non c’è stagflazione. Per uscire da questa crisi occorre avere un approccio realista e senso di responsabilità. E’ questo, in sintesi, il messaggio tranquillizzante che il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, lascia tanto alla platea giovane di Young Factor, che lo ascolta, quanto ad un sistema economico finanziario nazionale che appare già attraversato da fibrillazioni.
Messina è intervenuto a Palazzo Mezzanotte, uno dei luoghi simbolo della finanza italiana, per partecipare all’evento internazionale sulla informazione finanziaria promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, di Andrea Ceccherini, in partnership con Intesa Sanpaolo. Una manifestazione che per la prima volta ha visto partecipare insieme il Vicepresidente della BCE, sei Governatori di Banche Centrali europee, banchieri nazionali ed internazionali e direttori dei più importanti media italiani e stranieri discutere con 400 studenti europei su come far crescere l’alfabetizzazione economico-finanziaria tra i giovani e il loro senso di appartenenza all’Unione Europea.
Messina è stato chiarissimo nell’esplicitare il suo pensiero: “Posso confermare che l’Italia ha delle fondamenta solidissime. I fondamentali sono solidi e quindi non bisogna andare nel panico. Lo spread puo’ essere 100-150 punti base, non quello che vediamo oggi. La crescita e’ influenzata, purtroppo, dall’inflazione ma i fondamentali dei Paesi europei sono solidi. E in particolare, i fondamentali dell’Italia, posso confermarlo dalla nostra prospettiva, sono solidissimi in termini di risparmio delle famiglie e altrettanto dal lato corporate. Abbiamo qualche elemento di sensibilita’, legato al debito pubblico e alla crescita” ma “il nostro Paese – ha detto il Ceo della più importante banca italiana – si trova in ottima posizione per quanto riguarda i fondamentali“.
L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo si è anche soffermato su uno dei temi centrali dell’attuale dibattito economico finanziario. “Ma perché parlare di stagflazione? – si è chiesto Messina – Non c’é. Se tutti pensiamo ma se succede che lo spread va a 500, se il governo Draghi cade, ma perché dobbiamo pensare a tutte queste cose? Cerchiamo di avere sempre un approccio, non dico ottimista, ma realista. Sulla stagflazione c’é un’ipotesi teorica che possa accadere. Questo é un punto sul quale, da un lato le politiche monetarie possono arrivare fino ad un determinato livello, dall’altro, è responsabilità dei governi accelerare sulla crescita dove serve, con grande attenzione alle disuguaglianze”.
Messina nel suo intervento si è anche soffermato anche su un tema strutturale del nostro Paese, il debito pubblico. “Come Paese non abbiamo un problema di sostenibilita’ del debito pubblico, questo deve essere un messaggio chiaro. Qui bisogna fare dei piani che accelerino la crescita ma che” sul fronte del debito “riducano la dipendenza dalla Bce“. Poi guardando al futuro e alla situazione internazionale, fortemente condizionati dalla guerra in Ucraina e dalla pandemia da Covid, il Ceo di Intesa Sanpaolo ha detto: “Dopo questa situazione drammatica, credo sia fondamentale guardare al futuro ed essere sicuri che ogni paese tragga una lezione chiara di quello che sta accadendo. Dovremmo perseguire l’indipendenza finanziaria, energetica, alimentare, di difesa e lavorare per la povertà nel nostro Paese.”
“Oggi – ha poi aggiunto Messina – parliamo del futuro del Paese, del capitale umano e delle nostre possibilità di migliorare ancora. Ancora di più dopo questa situazione drammatica, credo sia fondamentale guardare al futuro ed essere sicuri che ciascuno tragga una lezione chiara di quello che sta accadendo: dobbiamo essere sempre più indipendenti e capaci di contare sulle nostre forze, ossia investire sui nostri giovani. Non c’è altra possibilità se non investire sul capitale umano, che in Italia spesso non è considerato un valore strategico. Oggi – ha proseguito Messina – non è valorizzata la capacità di portare i giovani a laurearsi e sviluppare competenze tecniche. Tutto ciò che può portare i giovani verso quelle lauree che portano verso il digitale, intelligenza artificiale e quindi verso il futuro risulta essere fondamentale. Dobbiamo indirizzare anche coloro che non vogliono o non possono laurearsi verso una connessione tecnica utile alle nostre imprese. Noi come banca vogliamo essere vicino a queste iniziative così importanti in termini di sviluppo del capitale umano.”
Messina ha quindi rivolto il suo pensiero al mondo delle imprese e alle famiglie: “Non c’è dubbio – ha detto – che l’inizio di quest’anno rappresenta un ulteriore elemento di grandissima attenzione per la prospettiva soprattutto degli investimenti delle aziende, che rimangono con una forte liquidità, con un ammontare di depositi presso le banche estremamente significative, poi ci sono settori più o meno colpiti ma quello delle imprese rimane strutturalmente forte nel nostro Paese. Così come quello delle famiglie resta ad altissima capacità di continuare a mantenere flussi di risparmio e quindi potenzialità di ritorno ai consumi. I consumi si stanno però rallentando perché l’incertezza porta a tenere delle riserve più che spendere, questo significa ulteriore riduzione dei cash flow per le imprese. Ma il vero punto – ha proseguito Messina – credo sia rappresentato da un lato dalle aspettative delle aziende, perché nel momento in cui c’è incertezza si rallentano gli investimenti, dall’altro dai costi delle materie prime e degli elementi energetici. I costi delle materie prime rimarranno elevati tutto questo anno ed è ragionevole che si possa essere determinato un gradino al rialzo strutturale per i costi dell’energia. Tutto va ricondotto alla capacità del nostro Paese di individuare forme di indipendenza energetica, alimentare e certamente di difesa, ma quello credo sia un punto oggi all’attenzione di tutti. Aggiungo anche di indipendenza finanziaria, perché un Paese con un alto livello di debito non lo è”.
Infine il Ceo di Intesa Sanpaolo ha commentato le azioni del Governo anche il rapporto al tema delle disuguaglianze. “Abbiamo una serie di fattori che devono essere analizzati e affrontati in modo sistematico da parte del Governo e credo stia accadendo, con grande attenzione al tema delle diseguaglianze. Anche in un Paese molto forte, se ci sono rallentamenti della crescita vede scalare chi è in una fascia prossima alla povertà fino alla povertà stessa. Se questa rappresentava un elemento di grandissima attenzione – ha detto Messina – oggi diventa una priorità assoluta. Credo che dovremmo perseguire l’indipendenza finanziaria, energetica, alimentare, di difesa ma soprattutto lavorare per la povertà nel nostro Paese. Questa fase credo durerà un anno, ma dobbiamo essere sicuri di avere un approccio come per il Covid, mettendo a disposizione di chi ha bisogno le risorse necessarie. Noi come banca siamo pronti a farlo, è ovvio che è indispensabile che questo accada in un contesto sia italiano che europeo”.
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati