Il New York Post, in un articolo a firma Noah Manskar, torna sul caso Leonardo sottolineando come la permanenza di Alessandro Profumo nel ruolo di amministratore delegato nonostante le gravi vicende giudiziarie che lo riguardano possa rappresentare una “minaccia” per la principale azienda italiana dell’aerospazio. Noi ci siamo già espressi in merito scrivendo che l’attuale Ceo tra non molto dovrà inevitabilmente rassegnare le dimissioni per tutelare meglio se stesso e soprattutto l’azienda. Il non felice andamento aziendale e le accuse che lo riguardano non dovrebbe lasciare spazio ad altre scelte. (Vedi link in basso)
Tuttavia l’articolo del New York Post, di cui qui di seguito riproponiamo ampi stralci, indica una strada ben precisa, vale a dire l’inizio di una serie di uscite della stampa internazionale contro Leonardo. A chi opera in questo mondo è ben chiaro che Leonardo è un player internazionale di primo piano: fiaccarlo con un’attività mediatica negativa è dunque nell’interesse di tanti altri paesi (Stati Uniti, Francia, Israele tanto per fare qualche esempio) le cui aziende nazionali operano nello stesso mercato.
Del resto la reputazione in questo delicatissimo mercato conta forse più che in altri segmenti. Attaccare Profumo, significa minare la credibilità di Leonardo. Elencare continuamente i guai giudiziari dell’attuale Ad equivale a compromettere lo sviluppo di nuove iniziative commerciali e di sviluppo (come la quotazione di DRS) dell’azienda di Piazza Monte Grappa. Per questo abbiamo detto che alla fine Profumo spontaneamente o sospinto dalla politica dovrà lasciare questa poltrona. L’Italia non può permettersi di prestare così facilmente il fianco alle speculazioni internazionali senza fare qualcosa. (GT)
L’articolo del New York Post comincia così: “le accuse nei confronti dell’amministratore delegato del gigante italiano dell’aerospazio, condannato per frode, minacciano ora di colpire le coste americane. Leonardo SpA – un massiccio appaltatore della difesa che vende di tutto, dai missili ai servizi di sicurezza informatica – sta valutando la possibilità di quotare in borsa la sua controllata statunitense Leonardo DRS, che fa affari con il Pentagono. I colloqui per l’IPO arrivano quando l’azienda è sotto tiro in Italia perché il suo amministratore delegato, Alessandro Profumo, si trova a dover scontare una condanna a sei anni di carcere e si oppone alle richieste di dimissioni in attesa del verdetto d’appello. Il politicamente connesso Profumo, che si è guadagnato il soprannome di “Mister Arroganza” per il suo stile aggressivo, è stato condannato in un tribunale italiano in ottobre per falso in bilancio e manipolazione del mercato per il suo ruolo in un sistema di contabilità in una società separata. (…)
“In ogni caso va ribadito che, per quanto riguarda le preoccupazioni legali di Profumo, il consiglio di amministrazione di Leonardo ha riaffermato la sua fiducia nella leadership di Profumo lo scorso ottobre e questo non avrà alcun impatto sulla sua capacità di continuare a guidare il gruppo”, ha dichiarato l’azienda a The Post. Leonardo – l’undicesimo commerciante d’armi al mondo con circa 11 miliardi di dollari di vendite di armi l’anno scorso, secondo l’International Peace Research Institute di Stoccolma – sta anche cercando di far crescere il suo business negli Stati Uniti. La Reuters ha riferito che la casa madre italiana intende mantenere il controllo di DRS, l’unità che sta esplorando la posiibilità di una quotazione negli Stati Uniti. DRS – che Leonardo ha acquisito nel 2008 – rappresenta già una grossa fetta del business della casa madre italiana, con circa 1,7 miliardi di euro (circa 2,1 miliardi di dollari) di ricavi nei primi nove mesi dell’anno, pari a circa il 19 per cento del totale di Leonardo. (…)
Il New York Post, fa poi riferimento alle spinte per le dimissioni che da più parti, finora inutilmente, arrivano su Leonardo. “Ma la pressione – scrive il quotidiano newyorkete – sembra essere in aumento anche in Italia, dove Profumo è stato sollecitato dai deputati di entrambe le parti del Parlamento italiano. Il partito al potere del Movimento 5 Stelle lo ha esortato a dimettersi subito dopo la condanna, mentre Matteo Salvini, capo del partito di opposizione della Lega Nord, ha detto che potrebbe indebolire l’attività di Leonardo. È difficile portare a casa ordini da tutto il mondo con un amministratore delegato condannato a sei anni”, ha detto Salvini in un discorso del 10 dicembre. Profumo è entrato in Leonardo nel 2017 dopo una carriera bancaria che lo ha portato alla banca italiana Monte dei Paschi di Siena, dove è stato presidente. Si è sviluppato una reputazione di negoziatore aggressivo, che gli è valso il soprannome di “Mister Arroganza”. (…)
“Sarei scioccato se una qualsiasi banca d’investimento che si rispetti collaborasse con loro e li rendesse pubblici in attesa di questo stato di cose”, ha detto al Post Shivaram Rajgopal, professore di contabilità e revisione contabile alla Columbia Business School. La convinzione di Profumo non impedirebbe legalmente a Leonardo DRS di quotarsi negli Stati Uniti, ma l’azienda dovrebbe molto probabilmente rivelare la situazione nei suoi archivi presso la Securities and Exchange Commission, una rivelazione che potrebbe far sorridere gli investitori”. Anche se è un bravo ragazzo e tutto il resto, se mentre rischia la prigione la società continua ad affidarsi a lui, questo è un fattore di rischio piuttosto significativo”, ha osservato Francis Curran, un avvocato di contenzioso in materia di titoli presso lo studio legale Kudman Trachten & Aloe di Manhattan.
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